Spesso le mamme mi chiedono come il mio approccio in osteopatia alla persona o al loro bimbo nello specifico, caratterizzato da un semplice tocco o contatto in alcuni punti del corpo, possa apportare benessere. La mia risposta solitamente è questa. Una regola di fisiologia estremamente importante afferma: “Il ‘tutto’ sostiene la parte”
Una delle leggi su cui si fonda l’osteopatia è quella dell’unità dell’organismo nel senso che ” i nostri corpi, le nostre menti e il nostro spirito non sono separati l’un dall’altro. Lavorano insieme e rispondono insieme a qualsiasi forza esterna o interna che agisce su di noi.”
L’uomo non è una macchina costituita da pezzi staccati tra loro, perché ognuno di noi è un “tutt’uno”.
Visto che la persona è una unità indivisibile, anche in un approccio osteopatico non bisogna rivolgersi al sintomo o ad una zona specifica, per non rischiare che l’agire su una parte non comporti uno squilibrio finale delle altre parti o del “tutto”.
Il nostro organismo, infatti, è come una famiglia dove ognuno è disposto ad aiutare colui che sta male, ma se tutti i componenti della famiglia stanno male, allora nessuno è in grado di aiutare gli altri.
Pertanto, i trattamenti che nutrono, riequilibrano, sostengono e aiutano l’intera persona permettono al corpo di avere un’energia migliore e di attivare quei meccanismi di difesa e di compensazione che sono in grado di rafforzare, sostenere e talvolta anche di guarire la parte più debole o malata.
