Questo è il primo di una serie di blog in cui vi parlerò dell’importanza dei primi mille giorni del bambino che vanno dal concepimento ai primi due anni di vita. In questa fase si possono fare tantissime cose per garantire ai nuovi nati un futuro roseo. Iniziamo con l’importanza di questa vitamina che riguarda tutte le fasce di età dell’ essere umano, come accade per la vitamina D risultiamo essere tutti carenti di questo fondamentale nutriente e ora capiremo perché.
VITAMINA B12
È un nutriente essenziale per l’organismo di tutti gli animali, compreso l’uomo. Non è presente in forma attiva nei vegetali, ma solamente negli alimenti di origine animale. La vitamina B12 è prodotta da alcuni batteri probiotici che vivono comunemente nel suolo. Le forme di vitamina B12 dotate di attività metabolica sono la deossiadenosilcobalamina e la metilcobalamina.
L’uomo e gli animali ruspanti hanno una colonizzazione intestinale di questi batteri sufficiente a produrre quei pochi microgrammi necessari per il metabolismo di questa vitamina. Attualmente, però, con la “civilizzazione” l’uomo è divenuto germ-free e quindi non riesce a produrre quantità adeguate di vitamina B12.
Tale carenza viene oggi sottolineata dai denigratori dell’alimentazione vegetariana, che è quindi classificata come incompleta di nutrienti. Il fatto però che questa vitamina sia presente nei prodotti di origine animale merita un chiarimento: il bestiame allevato in modo intensivo è sottoposto a terapia antibiotica (ufficialmente per la prevenzione delle malattie ma in realtà per favorire una crescita più rapida del bestiame) e di conseguenza ha un intestino carente di batteri che sintetizzano la Bl2. Somministrando a questi animali quantità di vitamina B12 sufficienti per fini preventivi e per il loro benessere – ma insufficienti per formarne depositi nelle carni, nei prodotti lattiero caseari e nelle uova – questo problema è stato solamente aggirato, ma non risolto completamente. Poiché circa il 95% delle carni e prodotti animali consumati deriva dagli allevamenti intensivi, è facile capire che questi non contengono quantità adeguate di vitamina B 12; quindi non sono in grado di fornirne un apporto ottimale né al bambino né all’adulto, con conseguente carenza e danni alla salute.
Prodotta da batteri pro biotici, è presente e assimilabile solo nei prodotti animali provenienti da allevamenti biologici. Per tale motivo è necessaria la somministrazione di integratori di questa vitamina. Questa potrebbe essere una delle ragioni che spiega perché la carenza di B12 attualmente non viene riscontrata solamente nei soggetti vegani che non integrano questa vitamina, ma anche negli onnivori.
Un altro fattore importante di carenza di B12 è dovuto all’uso eccessivo dei cosiddetti “gastroprotettori” che, riducendo l’acidità dello stomaco, inibiscono la formazione del fattore intrinseco, che si lega alla B12 e ne permette l’assorbimento a livello dell’intestino tenue. È importante che chi segue un’alimentazione a base totalmente vegetale assuma alimenti fortificati con questa vitamina o integratori non di origine animale.
In sintesi è preferibile assumere direttamente questa vitamina dagli integratori piuttosto che dai prodotti di animali carenti, ai quali comunque è stato somministrato un supplemento.
Questa sostanza è indispensabile per il corretto svolgimento d’importanti tappe metaboliche: la sintesi degli acidi nucleici, che permette anche la formazione dei globuli rossi, il metabolismo di proteine e lipidi e quindi la formazione di energia. La carenza di vitamina B12 può provocare una forma tipica di anemia, quella megaloblastica, ma soprattutto alterazioni a carico del sistema nervoso centrale, con depressione, disturbi della memoria fino alla demenza, sofferenza del midollo spinale fino alla tetraparesi e del sistema nervoso periferico (neuropatie). La depressione, oggi così diffusa, ha origini genetico-sociali ma è aggravata dalla carenza di B.12, che partecipa alla sintesi intestinale della serotonina, un importante mediatore chimico che dà serenità e buonumore. Questo spiega anche perché, in un soggetto depresso, la sintomatologia è più grave in carenza di vitamina B12

È importante, come per la D, valutare i livelli della vitamina B 12 durante la gravidanza, l’allattamento, nei primi due anni di vita e ovviamente nell’età adulta.
Durante la gestazione il feto accumula giornalmente da 0,1 a 0,2 flg di vitamina B12; le riserve materne di questa vitamina non sono completamente disponibili per il feto e la vitamina viene facilmente trasportata attraverso la placenta solo se è assunta quotidianamente. Il bambino può nascere con basse scorte di vitamina B12 qualora i valori di questa siano bassi nella madre. Se il neonato con scarse scorte di questa vitamina è allattato al seno, e la dieta della madre è carente di vitamina B 12, può presentarne una carenza grave già alla nascita o 2 mesi dopo la nascita; inoltre possono manifestarsi precocemente danni neurologici gravi, che possono anche essere irreversibili. La carenza di vitamina B 12 materna è stata anche associata a un aumentato rischio di nascita pretermine.
Tutte le gravide che seguono un’alimentazione a base totalmente vegetale devono assumere, per tutto il periodo della gravidanza, una fonte quotidiana affidabile di vitamina B 12, la cui forma attiva non esiste negli alimenti di origine vegetale.
Le forme di somministrazione di questa vitamina sono la sublinguale e iniettiva, cioè quelle che raggiungono la circolazione linfatica e sanguigna, saltando lo stomaco. Grandi quantità di vitamina B12 somministrate per via orale hanno un assorbimento ridotto. Ad esempio, se nel bambino fino ai tre anni si somministrano due gocce di vitamina B12 per via orale, ne viene assorbita solo una. Quindi anche questa minima dose, per ottenere un ottimale assorbimento, deve essere suddivisa in due assunzioni distanti tra di loro e lontane almeno un’ora da un pasto.
Importante anche rilevare che, quando la mamma che allatta ha valori plasmatici ottimali (>500 mcg), fornisce quantità sufficienti di questa vitamina con il suo latte. Al momento dello svezzamento, riducendosi il numero di pasti lattei per l’introduzione delle pappe, è assolutamente necessario che anche il bambino riceva un’adeguata integrazione di vitamina B 12 .
