L’ipotesi, su cui diverse ricerche si stanno concentrando, si basa sull’osservazione che una corretta flora batterica nell’intestino possa di fatto contribuire al miglioramento della situazione nei casi di Disturbi di spettro autistico, insieme naturalmente ad interventi comportamentali. L’esperienza professionale sempre più di frequente dimostra che, in aggiunta alle terapie comunicativo-relazionali, in molti dei casi di autismo i pazienti svolgono anche trattamenti medici, basati innanzitutto su una eliminazione dell’infiammazione dell’ intestino, sul ripristino della normale flora batterica intestinale, su una dieta alimentare priva di glutine e caseina ed anche di altri principi alimentari, accompagnati dall’introduzione di integratori alimentari, in particolare di probiotici. Sembra infatti che migliorando lo stato intestinale ed alimentare di questi bambini, anche i sintomi comportamentali della malattia migliorino. La spiegazione potrebbe appunto risiedere nell’asse intestino-cervello: diminuire l’infiammazione a livello intestinale e cerebrale avrebbe come conseguenza effetti positivi sui sintomi. E’ stato rilevato infatti che quando lo stato di infiammazione intestinale di questi bambini migliorava, risultava evidente anche un miglioramento delle prestazioni cognitivo-comportamentali.
