Cosa fare quando un bimbo manifesta scatti di ira o altro?

Attualmente nel mondo parecchi bambini, sono iperattivi o sono A.D.H.D ossia presentano deficit da attenzione e di linguaggio e devono essere inseriti in un programma di riabilitazione da professionisti qualificati a  praticare la terapia FSC (facilitazione allo sviluppo delle cerebropotenzialità). In tantissimi bambini emergono emozioni violente come lo scatto d’ira. Improvvisamente sono sopraffatti da un’energia di collera, che è probabilmente il corpo di dolore, perché anche i bambini hanno già corpi di dolore*.

A volte, i genitori non sanno cosa fare quando i bambini si arrabbiano molto e hanno queste esplosioni. Spesso i genitori diventano reattivi e gridano di rimando, così diventa molto caotico in famiglia. Ci sono parecchie famiglie che sono molto, molto caotiche in questi giorni. Insegnare a un bambino, il prima possibile, portare consapevolezza al bambino senza mai menzionare quella parola, o menzionare la parola Presenza. Incoraggiare un bambino a descrivere l’emozione che prova, o che ha provato ieri quando ha lanciato qualcosa, o si è gettato a terra, o qualunque cosa abbia fatto. Parla con loro dopo e chiedi: “Cos’è stato, cosa ti ha fatto comportare così?… come ti sei sentito? Che aspetto potrebbe avere quella cosa che ti è successa ieri? Come sarebbe se tu provassi a disegnarla? Che aspetto ha quella cosa?”.

In questo modo cresce la consapevolezza dell’emozione. Puoi incoraggiarlo a parlare dell’emozione, magari in termini visivi, e della sua sensazione e di come sarebbe se avesse un aspetto, magari anche incoraggiare il bambino a darle un nome. Quello che fa è creare un distacco tra l’emozione e il bambino stesso, che è la consapevolezza. (la stessa cosa che si ottiene attraverso la “Dolce Fermezza” della terapia FSC del dottor Mario Castagnini che invita il genitore a pronunciare “ AI…AI ..AI.. ” per svegliare alla presenza il bambino quando si comporta incoscientemente).

È la nascita della consapevolezza. Se riesco a identificare un’emozione da bambino, anche quando ho quattro o cinque anni, e posso darle un nome, per esempio, allora posso, la prossima volta che arriva, posso avere un po’ di consapevolezza, anche mentre arriva. Poi il genitore potrebbe dire: “Oh…” qualunque sia il nome, “Oh, lui è tornato, vero?” o “Lei è tornata, vero? Eccola”.

In quel momento, il bambino potrebbe non volerlo ascoltare, ma lo sentirà. Quindi porta la consapevolezza delle emozioni sentendole, in modo da non identificarsi con l’emozione e poi venirne totalmente sopraffatto. La stessa cosa riguardo ai pensieri, anche per determinare ciò che loro…chiedendo cosa pensano, cosa fanno.

La cosa più importante, quando interagisci con i bambini, è che tu sia in uno stato di presenza in modo da poter dare loro la massima attenzione. L’attenzione stessa è il più grande insegnamento.

* secondo  Eckhart Tolle il corpo del dolore emotivo è l’entità invisibile del dolore che si accumula durante il corso di tutta la tua vita. Questa “accumulazione” inizia con le esperienze dolorose dell’infanzia e ogni esperienza che ti porta dolore emotivo viene aggiunta alla raccolta. In quanto accumulo di emozioni, il corpo del dolore è in definitiva un prodotto dell’ego che ti impedisce di essere presente e di provare pace interiore.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Avatar di simonaravi simonaravi ha detto:

    Grazie Domenico per questo tuo articolo dal quale ognuno può prendere spunto per approfondire.

    A tal proposito, sto leggendo un libro molto interessante;
    “Le cinque ferite” di Lise Bourbeau” che serve anche a noi adulti…che altro non siamo che bimbi un po’ cresciuti.

    Le ferite da rimarginare sono molte , ma con buoni insegnamenti, tra i quali i tuoi, tutto si può migliorare.

    Buona giornata.
    Simona Raví
    Milano

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